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Trento, sabato 12 febbraio 2011
Relazione di Gianluca FELICETTI
su
I DIRITTI DEGLI ANIMALI
L’animalismo in Italia fra natura, società e istituzioni italiane ed europee
attraverso l’evoluzione della legislazione

leggi programma

rassegna stampa

Trento, 12 febbraio 2011
I DIRITTI DEGLI ANIMALI ANCHE NEL CODICE DELLA STRADA
Felicetti (Lega antivivisezione): ma l’Italia è ancora indietro. Oggi il suo intervento alla Scuola Langer
dal Trentino di sabato 12 febbraio 2011

Delle leggi, in difesa degli animali: di questo parlerà oggi (ore 15, Sala Rosa della regione) Gianluca Felicetti, presidente della Lav, la principale associazione animalista italiana, che sarà l’ospite del secondo appuntamento della Scuola di formazione politica Alexander Langer. Felicetti, giornalista, docente universitario e una delle anime del movimento in favore degli animali, da anni si occupa della legislazione in questo campo, che recentemente ha portato in Italia importanti evoluzioni. Tanto per citare un numero, in tema di abusi sugli animali: nel rapporto Lav Zoomafia 2010 si legge che in tre mesi lo scorso anno su oltre 1.500 controlli effettuati nei canili ben 927 sono state le infrazioni registrate, molte di esse ai danni dei cani, in teoria custoditi dai gestori delle strutture, in pratica spesso gravemente maltrattati. «Racconterò l’evoluzione del nostro rapporto con gli altri animali attraverso la lente delle leggi in loro difesa - spiega Felicetti - con le ultime novità introdotte nella legislazione del nostro paese, che hanno affrontato due aspetti sempre più rilevanti nella sensibilità dei cittadini».

Di cosa si tratta?
Innanzitutto del Codice della strada. Finalmente ora il Codice prende in considerazione anche i diritti degli animali feriti negli incidenti. Fino allo scorso anno il nostro Codice prevedeva l’obbligo di fermarsi per gli automobilisti protagonisti di un incidente solo nel caso di danni provocati a persone e cose. Gli animali non erano considerati e in effetti a migliaia morivano e restavano feriti al ciglio della strada. Dall’agosto del 2010 invece il Codice della strada prevede l’obbligo per chi resti coinvolto in un incidente con ferimento di animali di fermarsi e di chiamare e assicurare l’assistenza per l’animale ferito. Anche chi solo assista ad un incidente con animali coinvolti ha l’obbligo di chiamare i soccorsi. E le ambulanze per animali avranno la possibilità di utilizzare le sirene, cosa prima vietata.

In anni recenti hanno destato scandalo diverse vicende di abusi legate al traffico di cuccioli di cane dai paesi dell’est, trasportati (e spesso morti) in condizioni terribili. Cambia qualcosa anche in questo campo?
Sì, anche questo è un ambito dove la sensibilità è cresciuta e ha portato ad una nuova legge (la 201 del 2010), che innanzitutto inasprisce le pene per chi nel commercio di animali procura maltrattamenti. La legge stabilisce il divieto di trafficare cuccioli di cane, fissando regole precise su come si può praticare il commercio di cani dall’estero.

Ma in generale le nostre leggi sono sufficienti?
Le norme si sono evolute in anni recenti con la sensibilità dei cittadini. L’ultima riforma del codice penale su questo punto (la legge 189) risale al 2004. Ha portato ad un cambiamento sostanziale: il maltrattamento degli animali adesso è considerato un vero delitto, con la pena del carcere. Per ora la differenza l’hanno sentita soprattutto i maltrattatori seriali, con abusi diretti e produzione di sofferenza grave. Alcune sentenze della Cassazione si sono spinte a chiarire anche che negare cure veterinarie dovute al proprio animale è maltrattamento. Però resta molto lavoro da fare per rendere consapevoli e competenti le forze dell’ordine e i veterinari, che sono chiamati a registrare la violazione delle norme e a denunciarla.

La società italiana è pronta ad un avanzamento dei diritti degli animali?
Da una parte cresce la sensibilità verso gli animali e la volontà dichiarata di difenderli però d’altra parte tanto le amministrazioni pubbliche quanto i cittadini stessi non sono coerenti nei comportamenti e nelle scelte. Sappiamo che resta un vuoto di secoli da colmare, dove molti abusi sugli animali sono stati considerati leciti e normali e di essi non pochi ancora oggi sono accettati da molti.

 

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